2 febbraio 2013

La solitudine in rete

Una volta si sapeva quanto fosse importante non lasciare i ragazzi "sulla strada". Oggi, forse, occorre stare attenti a non lasciarli "nella rete".
Le ultime rilevazioni stimano che circa 240mila bambini e adolescenti italiani, tra gli 11 e i 16 anni d'età, trascorrano mediamente più di tre ore al giorno dinanzi al pc, connessi al mondo virtuale di internet. Pare siano sempre più frequenti piccoli gruppi di 2-3 ragazzini che stanno davanti allo schermo (ad esempio perdendosi tra i video di Youtube) per diverse ore di seguito, magari fingendo di fare i compiti. Nei casi più gravi, si parla anche di 22 ore connessi alla rete; e si cominciano a diagnosticare disturbi come la cosiddetta "sindrome di hikikomori" (una sorta di isolamento sociale che in Giappone pare stia devastando intere generazioni). Il grido d'allarme è stato lanciato dalla Federazione italiana degli ordini dei medici sul proprio sito.
Secondo Luca Bernardo, direttore del reparto di Pediatria dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano, due ore al giorno nel mondo virtuale sarebbero più che sufficienti.
Gli adulti sanno quanto le giovani generazioni siano molto più abili di loro nell'utilizzo degli strumenti informatici; mentre non sanno bene come fare per educarle ad un uso responsabile e moderato degli stessi. Oggi siamo di fronte ad una sorta di boom... magari in futuro l'essere "in rete" non rischierà di diventare - come oggi nei casi più gravi - una sorta di dipendenza.
Al momento, però, la soluzione più indicata è la presenza e vicinanza degli adulti, magari discreta ma tangibile. Anche per questo iniziative come "Accogli un sorriso" possono aiutare la comunità a recuperare la funzione educante e stimolante del mondo adulto, e a far sì che tanti bambini e ragazzi non conoscano il mondo solo attraverso un monitor.

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